La scuola non è un’azienda e gli alunni sono tutti uguali

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    Riceviamo e pubblichiamo - Sulla base di quanto discusso ed esposto ai rappresentanti dei genitori nella riunione del consiglio di interclasse del 22 novembre, le insegnanti della scuola primaria di Caprarola hanno redatto il presente documento, che rappresenta una sintesi di quanto espresso nel corso della riunione, in merito alle motivazioni basilari della protesta che vede scendere in campo docenti e studenti della scuola pubblica italiana.

    Questo documento, divulgato successivamente agli altri ordini di scuola, è risultato condiviso dal collegio dei docenti dell’istituto comprensivo di Caprarola.

    Questo documento vuole essere il mezzo attraverso cui intendiamo portare la nostra voce sia alle autorità scolastiche e territoriali, sia ai genitori.

    La finalità è quella di chiarire che la protesta non è solo per la tutela dei diritti economici dei docenti, così come spesso riportato dalla stampa e dai telegiornali in maniera, peraltro, superficiale ed assai imprecisa, ma per difendere e tutelare i diritti delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi, della professionalità del docente e quelle fondamenta della scuola pubblica italiana che traggono origine dalla costituzione e, quindi, dai diritti dei cittadini visti come “persone” e non come “prodotti” di un’organizzazione aziendale.

    La scuola non è e non può diventare un’azienda, la scuola può e deve essere un cantiere dove sviluppare alte competenze, prestando attenzione ai bisogni educativi di ciascuno.

    In questi ultimi anni la scuola è stata depredata, si sono attuati tagli che nel tempo hanno finito per svilire l’azione educativa ed istituzionale che essa è chiamata a svolgere.

    Oggi chiediamo di porre grande attenzione e nuove risorse alle necessità antiche e nuove, cui la Scuola deve assolvere affinché essa torni ad essere il Polo formativo primario e la fondamentale agenzia educativa della nostra società.

    I motivi della protesta delle scuola si estendono anche contro la legge Aprea o 953.

    1) La 953 è una legge secondo cui la scuola si adegua alle diverse realtà sociali ed economiche e quindi consolida le disuguaglianze economiche e sociali del Paese. Ci saranno le scuole con molte disponibilità e quelle marginali.
Noi vogliamo una scuola che possa garantire a tutti un’istruzione qualificata e che intervenga per superare le situazioni di disuguaglianza.

    2) La 953 limita il ruolo degli organi di democrazia scolastica e rafforza il ruolo manageriale di natura privatistica del dirigente scolastico.
Noi vogliamo una scuola governata in modo democratico con piena responsabilizzazione di tutti e senza forme di gerarchizzazione.

    3) La 953 trasforma l’istruzione scolastica in un servizio che privilegia le diverse esigenze dell’utenza.
Noi vogliamo una scuola che, garantendo a tutti una formazione qualificata, si proponga anzitutto la formazione democratica delle nuove generazioni.

    4) La 953 prevede una scuola facilmente condizionabile da poteri esterni con contributi che possono essere anche finalizzati o addirittura con la presenza di esterni (sponsor).
Noi vogliamo una scuola, aperta al confronto con le realtà esterne, ma anche e soprattutto autonoma da ogni condizionamento di qualsiasi natura e luogo di libero confronto.

    5) La 953 ribadisce il ruolo preminente e verticistico del ministro e degli strumenti di intervento (Invalsi) con una forte limitazione della libertà di insegnamento.
Noi vogliamo un governo democratico della scuola a tutti i livelli, compresi quelli nazionali a garanzia della libertà di insegnamento e dell’effettiva autonomia della scuola dagli esecutivi e dai poteri esterni.

    6) La 953 smantella il sistema scolastico statale e prevede un sistema di scuole, ognuna con una propria caratterizzazione (statuto) in un sistema nazionale comprensivo di scuole statali e scuole private.
Noi vogliamo un sistema scolastico statale con il compito primario di garantire un’istruzione democratica e distinte dalle scuole private.

    7) La 953 delega al ministro la normativa di attuazione, accentuando il carattere ministeriale della scuola.
Noi vogliamo invece che le norme generali dell’istruzione siano riservate al parlamento perché la scuola statale non può essere espressione della maggioranza di governo.

    8) La 953 demanda alle regioni la competenza a disciplinare la forma di partecipazione a livello territoriale senza definire nemmeno alcun principio.
Noi riteniamo che le forme di governo e di partecipazione del sistema scolastico statale spettino, a garanzia dell’unitarietà del governo della scuola, alle leggi dello Stato.

    9) La 953 rappresenta una scuola privatizzata nella sua organizzazione aziendalistica e nelle finalità prioritarie e nello stesso tempo centralista e ministeriale.
Noi vogliamo invece una scuola statale con una struttura unitaria, ma democratica e partecipata a tutti i livelli.

    10) Si vuole ridurre l’orario scolastico per gli alunni progressivamente dalle 30 ore settimanali alle 27 e quindi alle 24. Noi vogliamo per i bambini un tempo scuola che rispetti i loro ritmi di apprendimento e la corposità delle programmazioni da svolgere.

    11) Sono state ridotte le ore di sostegno per i bambini con handicap anche grave. Noi vogliamo una scuola che ponga rispetto ed attenzione soprattutto nei confronti dei bambini più deboli.

    12) E’ stato aumentato il numero massimo di alunni all’interno delle classi (fino a 28), ma nelle classi vi è anche una presenza sempre maggiore di alunni DSA (con disturbo dell’apprendimento) e di alunni extracomunitari che hanno bisogno di interventi individualizzati. Noi vogliamo una scuola che ci permetta di fare questo attraverso un orario congruo e bilanciato che consenta, tra l’altro, la coperture dei colleghi assenti senza andare a creare disagi agli alunni, in particolare agli alunni con diversa abilità, laddove si ricorra agli insegnanti di sostegno per coprire le classi dove sia assente l’insegnante.

    13) La 953 configura una scuola che si adopera alle disuguaglianze.
Noi vogliamo la scuola per l’uguaglianza, la scuola della Costituzione.

    Ulteriori voci di incongruenza con l’azione educativo-didattica che la scuola pubblica ha da sempre sono inoltre:

    - L’ inserimento, per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, di bambini di 2 anni e mezzo all’interno di classi numerose (28 alunni) e spesso composte da alunni di varie fasce d’età. Questo rende difficile poter realizzare interventi individualizzati che spetterebbero alle esigenze di alunni così piccoli. La scuola dovrebbe poter valorizzare ogni singolo bambino attraverso classi meno numerose e maggiori risorse economiche per consentire l’attivazione di attività laboratoriali che sono il principio di base della scuola dell’infanzia.

    - Il decurtamento del programma di storia alla scuola primaria che ha visto togliere la parte inerente al Risorgimento italiano dalla programmazione della classe quinta. Ciò rappresenta un danno sostanziale ai fini di un’educazione completa e consapevole dei cittadini del futuro.

    La modifica, in definitiva, dei programmi didattici della scuola di base in programmi a sfondo economico e non pedagogico-didattico.

    Le insegnanti scuola primaria di Caprarola

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